sabato 26 marzo 2011

Una grossa risata


Tutti, dal più umile e povero al più potente re del mondo, abbiamo qualcosa di straordinario che può aiutarci a vivere meglio e a farci volere bene dagli altri, diffondendo simpatia e affetto: il sorriso!

Alcuni grandi personaggi della storia affermano che il loro sorriso vale (o valeva) più di un milione di euro (non so se ho fatto bene i calcoli considerando l’inflazione…).
Pensa che una compagnia telefonica degli USA ha chiesto ai suoi centralinisti di sorridere mente parlavano al telefono con i clienti (Risultato? Aumento delle risposte affermative dei clienti); alcuni manager affermano che assumono le persone per il loro sorriso. Non per il fatto che sia bello o che abbia 32 splendenti denti, ma per il fatto che ci sia e che sia autentico!

Già parlando del carnevale, avevo accennato a questo post e al primo esercizio che ti voglio proporre…
  • Prima parte: chiudi gli occhi e prova a ripensare alle risate dei tuoi amici, dei tuoi famigliari, alla tua stessa risata… Riesci a ricordare il suono preciso? Bene, prova ad associare un aggettivo alla risata di ogni persona che riesci a ricordare: forte, timida, contagiosa, brillante, rumorosa, sincera, luminosa, infinita…
  • Seconda parte: ti capita mai di essere in treno, in un luogo dove senti delle persone, ma non le puoi vedere? Quando senti una risata in queste situazioni, non voltarti a guardare, ma prova ad immaginare come potrebbe essere questa persona, fisicamente… con un po’ di esercizio riuscirai ad azzeccare le caratteristiche fisiche con facilità! Non ci credi? Non ti resta che provare allora ;-)
Molte persone oggi non sorridono, non si ricordano di farlo, a volte costa sorridere, ci si deve sforzare, ma può cambiarci la vita. Dobbiamo ricordarci sempre che molto spesso possiamo essere felici, non per quello che ci succede, ma perché lo vogliamo. Leggi i post su emozione e sentimenti (I) e (II) e capirai meglio cosa voglio dire.

Ecco il secondo esercizio che ti voglio lanciare oggi, forse è più una sfida, ma so che la puoi affrontare e vincere:
  • quando esci di casa, fallo un con bel sorriso sulla bocca (forse ti sembrerà innaturale all’inizio, ma provaci); sorridi a tutti quelli che incontri, soprattutto se non li conosci (guardali negli occhi e sorridi), male che vada riceverai un sorriso di risposta.
Ti assicuro un risultato immediato! Sarebbe bello sapere che reazioni hai ottenuto e come ti sei sentito a farlo…

Per incentivarti riporto questo testo. Non dimenticare mai di sorridere. Anzi, alla fine di questo post, fatti una grossa risata!


"Quando uscite di casa, alzate il mento, su la testa, respirate profondo, bevetevi la luce del sole. Salutate gli amici con un sorriso e mettete l'anima in ogni stretta di mano. Non abbiate timore di venire fraintesi e non sprecate nemmeno un minuto a pensare ai vostri nemici. Chiaritevi bene in mente quello che volete fare e poi andate alla meta senza esitazioni. Pensate alle cose belle e positive che volete fare, un giorno, e l'occasione per coronare i vostri sogni vi si presenterà senza che neppure ve ne accorgiate. Come un animaletto del corallo succhia elementi vitali da una marea che passa e va. Immaginate nella vostra mente la persona onesta, leale, nobile che vorreste essere e cercare di somigliarle il più possibile... Il pensiero è il più forte. Conserva un corretto atteggiamento mentale, portato al coraggio, alla franchezza, alla gentilezza d'animo. Pensare nel modo giusto è già fare. (…) Alzate il mento, su la testa." Elbert Green Hubbard

martedì 22 marzo 2011

Emozioni e sentimenti (II)

Ritorniamo sull’argomento dei sentimenti e delle emozioni e cerchiamo di iniziare a capire se e come si possono controllare. Prima di incominciare, ti ricordi che differenza c’è tra un’emozione e un sentimento? Se non hai ben chiara questa distinzione, vai a leggere questo post.

Tutti noi entriamo in contatto con una realtà: la meraviglia. Il grande scienziato Albert Einstein diceva a tal proposito che “chi non è più capace di fermarsi a considerare con meraviglia e venerazione, è come morto: i suoi occhi sono chiusi”. A qualunque età noi siamo meravigliati di cose che ci capitano. Per quanto riguarda i sentimenti, dobbiamo cercare di fare il contrario.

Ecco un primo modo di comportarsi di fronte ai nostri sentimenti. Non meravigliamoci! Ognuno di noi prova dei sentimenti e delle emozioni, in diversi momenti della nostra vita. Sono nostri, non dobbiamo meravigliarci di averli.

Il segreto davanti alle situazioni, alle emozioni e ai sentimenti è racchiuso in tre punti: non meravigliarsi, ammettere e conoscere.

Bisogna ammettere la realtà, ammettere che stiamo provando un determinato sentimento, un’emozione di paura, di rabbia, di entusiasmo… Non è facile fare questo passo, perché dobbiamo far entrare in gioco il nostro intelletto, la ragione. Possiamo allora ricordare che di fronte ai sentimenti “o li possiedo, o mi possiedono”.

Conoscere, significa capire quali sono le cause, le radici profonde, il perché davanti ad alcune situazioni provo tristezza e non timore. Se impariamo a conoscere anche le conseguenze, avremo il coraggio di reagire in modi migliori, di allontanare i sentimenti negativi per far spazio alla positività.

Per essere sintetico, scriverò solamente alcuni brevi suggerimenti per controllare e governare la parte affettiva che è in ognuno di noi.

Se sei dominato da sentimenti negativi puoi fare così:

  • occupa la mente con qualcosa di diverso, ricorrendo magari a ciò che ti piace fare, un hobby; cerca insomma di distrarre la tua mente e di indirizzarti verso qualcosa di diverso. In fondo è quello che fanno tutte le mamme per far smettere di piangere il loro bimbo, cercano di distrarlo. ;-)
  • prova a cercare di valutare diversamente la situazione che ti sta provocando questo turbamento, così passerai da una situazione (-) ad una (+). Ovviamente questo cambiamento non si ottiene in un’oretta, ma con un po’ di pazienza e di educazione…
  • molte volte, basta individuare bene la causa, che spesso è infondata, esagerata o modificata dalla realtà. Prendine coscienza e da subito sarai in un altro stato emotivo.
  • cambia l’espressione del viso. Certo! Secondo Paul Ekman esistono delle caratteristiche universali delle espressioni facciali. Ogni emozione porta con sé un’espressione con determinate caratteristiche. Alcune espressioni durano per pochissimo tempo e sono incontrollabili (microespressioni facciali), altre le “portiamo” con noi per tutta la giornata e anche oltre e possiamo però modificare.

Ultimi consigli?

Metti la testa dentro al frizer! Non perché non devi usarla, ma perché davanti alle emozioni e ai sentimenti, devi iniziare a ragionare, devi come si dice “avere la testa fredda”.

Vivi le emozioni positive. Esistono tantissime emozioni positive (sicuramente più di quelle negative), dobbiamo solamente cercare di viverle pienamente, svegliarci al mattino ed essere pieni di entusiasmo, di allegria, di amore, di fiducia…


I valori positivi scatenano emozioni positive!

Continuiamo allora a creare questa bellissima corrente di valori positivi!

giovedì 17 marzo 2011

That's the italian way


Poteva mancare un post sulla nostra Italia nel 150° dell'Unità d'Italia? Ovviamente no!
Sai, una cosa che mi piace fare quando penso ai valori è cercare di associare ad ogni valore un colore (in realtà mi piace farlo anche con i numeri, ma visto che questa è una cosa un po’ più strana, è meglio non approfondirla) ;-)
Quali valori assoceresti ai colori bianco, verde e rosso della nostra bandiera nazionale?


sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
(Paradiso, Dante Alighieri)
I valori sono in genere ritenuti stabili e caratteristici di un gruppo, di una comunità, di un insieme di persone che condividono qualcosa; sono dipendenti dalla società o, per dire meglio, sono dipendenti dall’uomo, che forma la società. I valori più grandi, però, sono quelli generali, profondi e durevoli, che possono essere trasmessi e che non devono essere persi. Valori universali.
L’Italia ha sempre dimostrato uno spessore così elevato nel vivere e trasmettere questi valori e per questo, a ragione, è (o meglio siamo) l’invidia di molti.
I valori che non possiamo perdere, sono rappresentati dai colori della nostra bandiera che già Dante aveva associato alle tre virtù teologali: la fede, la speranza e la carità.
La nostra arte, scienza, letteratura, musica, architettura, pittura, legge… è nata dalla spinta di questi tre valori ed è fondamentalmente per questo che the italian way è unica e universale.
I valori che abbiamo trasmesso al mondo sono inoltre: la dignità, la solidarietà, la fedeltà, la famiglia, la giustizia… e tutti gli altri di cui ho parlato nel post sull’Europa.
Da dove emergono tutti questi valori? Molti probabilmente risponderebbero dalla libertà, dimenticandosi che quest’ultima non può esistere pienamente senza un altro valore:
La responsabilità. Oggi tutti hanno in bocca la parola “libertà” e la proclamano quasi all’esasperazione, molte volte, svuotandola del suo senso. (Sono sicuro che anche nei vari discorsi pubblici che molti faranno durante questa giornata verrà fuori più e più volte).
Non esiste, infatti, libertà senza responsabilità ed è quest’ultimo il valore che dobbiamo coltivare e salvaguardare. Ogni uomo è libero e in questo stato di libertà ognuno di noi deve rendersi conto che rientra un grande compito: essere responsabili.
Il già citato Viktor Frankl diceva agli americani che avrebbero dovuto costruire sulla costa occidentale una statua della responsabilità, per ricordarsi sempre che non esiste libertà senza responsabilità.
Noi italiani abbiamo questo valore dentro, forse dobbiamo riscoprirlo ed alimentarlo per farlo crescere, ma se guardiamo la storia del nostro popolo, scopriremo un esercizio affascinante del valore della responsabilità, che ci ha permesso di diventare il grande popolo che oggi siamo, che ci ha fatto mantenere le più belle tradizioni, che ci ha resi capaci di coltivare, amare e trasmettere la cultura, l’arte, il gusto e tutto ciò che contraddistingue l’Italia nel mondo.
Da questa responsabilità scaturiscono, secondo me, i valori più importanti della nostra cultura che caratterizzano il nostro marchio italiano e sono anche i valori universali e più alti di ogni uomo!
Portiamo avanti questo marchio di qualità: puntiamo sempre in alto, come le frecce tricolore!

lunedì 14 marzo 2011

Emozioni e sentimenti (I)

Apriamo un nuovo capitolo negli argomenti del blog: parliamo (ed è solo l’inizio di una serie) di emozioni e sentimenti.

Sai, non solo nella nostra lingua esistono due termini distinti, ma anche in tante altre. Pensa, per esempio, alle parole inglesi emotions e feelings. Ovviamente puoi dire velocemente quale delle due corrisponde ad emozioni e quale a sentimenti (facile no?).

Sapresti dire con la stessa facilità che differenza c’è tra un sentimento e un’emozione?

Partiamo da una importante premessa. Non possiamo dividere l’uomo in parti, perché ognuno di noi è un tutt’uno, ma come sempre per spiegare qualcosa si cerca di semplificare e di dividere.

Allora semplifichiamo e dividiamo… vediamo subito la caratteristica fondamentale dei sentimenti, prima ancora di darne una definizione. Il criterio per distinguere i sentimenti da altri aspetti della nostra vita è la soggettività. Per dirlo con parole povere, il sentimento è sempre “mio”.

Il sentimento indica solamente lo stato del soggetto, di chi lo prova. Facciamo un esempio molto pratico: in una stanza entra un ragazzo con la sua ragazza. I sentimenti di questo ragazzo verso la sua fidanzata (si presume che siano sentimenti di amore), sono sicuramente diversi dal mio sentimento verso questa ragazza, che magari nemmeno conosco. Non abbiamo tutti gli stessi sentimenti, né nella stessa misura, né allo stesso modo.

I sentimenti non si possono trasferire agli altri, sono personali. Prova a pensare a quante volte pretendiamo che gli altri, soprattutto le persone che ci sono più vicine, provino gli stessi nostri sentimenti. Una persona matura, invece, dovrebbe capire questo e comprendere l’altro, accettando i sentimenti di chi gli sta vicino.

Se c’è qualcosa da imparare da questo post, è proprio questo!

Ancora non abbiamo risposto alla domanda di partenza: non abbiamo detto la differenza tra sentimenti ed emozioni. Cerchiamo di farlo tornando all’esempio dei due fidanzati e precisamente al momento del “primo bacio”… il sentimento è diventato così intenso che ha portato con sé una commozione organica, ossia un cambiamento fisico prima, durante o dopo il fatidico bacio. Il cuore ha iniziato a battere più velocemente, il corpo ha reagito scatenando una serie di reazioni ormonali… Ecco definita un’emozione.

L’emozione è qualcosa di intenso che dura un tempo limitato (nella maggior parte delle volte) e che imprime un cambiamento fisico nel nostro corpo, mentre il sentimento suscita in noi una reazione tranquilla, che non altera il ritmo né la normalità fisiologia.

Qualcuno dice che le emozione non si possono capire… anche una famosa canzone diceva così… (vediamo chi trova per primo la citazione?). Il vero problema dei sentimenti e delle emozioni è che bisogna conoscere come si originano, come modificano il nostro stato, quali sono le cause, le occasioni che le suscitano, le disposizioni che le intensificano.

Nel libro Il ritratto di Dorian Gray si legge: Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle”. Nei prossimi post approfondiremo insieme l’argomento dei sentimenti e delle emozioni, cercando di capire da dove partono, come si sviluppano e come controllarli.

Quindi, se vuoi arrivare a dire come Dorian Gray, continua a seguire il blog ;-)

sabato 12 marzo 2011

Le risposte dei giovani

Quasi il 46% dei giovani sostiene che la persona umana esiste dal concepimento: un dato incoraggiante per alcuni. Evidentemente per chi non conosce la biologia, il diritto, la filosofia….

Proprio ieri, 11 marzo 2011, un avvocato si è trovato a dover affrontare il problema alla radice, domandandosi: “Quando inizia la vita umana?”. Il documento dell’avvocato Yves Bot appare destinato a riaccendere la discussione etica sul tema degli embrioni umani e sull’inizio della tutela giuridica della vita umana.


Il problema di fondo è che non esiste una definizione univoca del concetto di embrione umano, pertanto bisogna partire innanzitutto da qui. Proprio per questo il sopraccitato Yves Bot, avvocato Generale della Corte di Giustizia Ue (non di certo l’ultimo arrivato), ha affermato che il riferimento non può che essere scientifico.


Le cellule, subito dopo la fecondazione, “costituiscono il primo stadio del corpo umano che diverranno”. Chiaro, conciso ed essenziale! Quindi, anche da un punto di vista giuridico, dal momento della fecondazione, queste cellule devono essere definite come embrione umano.


“Parimenti, deve essere attribuita la qualifica di embrione alla blastocisti (stadio successivo dello sviluppo embrionale considerato in un determinato momento, ossia circa cinque giorni dopo la fecondazione) in quanto, il principio della dignità umana si applica, non soltanto alla persona umana esistente, al bambino che è nato, ma anche al corpo umano a partire dal primo stadio del suo sviluppo, ossia da quello della fecondazione”.


Ad onor di cronaca, le dichiarazioni sono partite da un’altra questione, ossia se l'esclusione della brevettabilità dell'embrione umano riguardi tutti gli stadi della vita a partire dalla fecondazione dell'ovulo o se debbano essere soddisfatte altre condizioni, ad esempio che sia raggiunto un determinato stadio di sviluppo.


È interessante notare come ancora una volta l’importanza del valore della vita (di cui abbiamo già parlato qui) si afferma con forza, fin dal suo inizio. Sembrerebbe proprio che la nostra Unione Europea sia pronta a riconoscere la vita fin dal concepimento e questo non su accordi di maggioranze, non sulla base di opinioni di grandi personalità, ma sulla base dei fatti, giudicando la realtà così come è.


Credo allora che questa percentuale del 46% sia destinata ragionevolmente ad aumentare!

giovedì 10 marzo 2011

Mass Media

Ogni promessa è un debito… se ti ricordi, qualche tempo fa, parlando di comunicazione ho detto che avrei scritto qualcosa sui mass media. (Puoi leggere qui, per rinfrescarti le idee).

Il precedente post sulla comunicazione terminava così: “Mi rimane una domanda: la comunicazione può essere considerata neutra? Se non lo è, come possiamo imparare a comunicare bene il bene? A trasmettere qualcosa di positivo?”

Ovviamente un modo per riuscire a trasmettere bene il bene è conoscere e imparare quali sono e come funzionano i mezzi di comunicazione, ossia tutti quei canali (oggi sempre più vari ed accessibili a tutti) che permettono che un messaggio venga diffuso.

Partiamo da questa domanda: “Come fa una notizia a diventare importante?”. Per prima cosa deve avere un carattere di novità, perché questo risponde alla curiosità e alla ricerca di verità che è in ognuno di noi, in ogni uomo.

Inoltre, le notizie importanti riguardano un gran numero di persone e per questo suscitano un effetto di identificazione; affrontano questioni molte volte vicine, che creano consenso geografico e psicologico. Molte volte sono eventi sensazionali, veri e propri scoop; altre volte riguardano scandali, abusi…

Ecco perché un fatto fa notizia!

Le questioni e i casi vengono trasformati con un linguaggio possibile, accessibile al grande pubblico. Assumono un carattere narrativo, si prestano al racconto di una storia che può essere trattata in più puntate e seguita da molte persone, suscitando interesse come una vera e propria fiction.

Quali sono i valori alla base di chi racconta una notizia? Chi si occupa (e preoccupa) di dare informazioni, tramite quotidiani o nuovi mezzi di comunicazione (tv, radio, rete…), deve sicuramente compiere tre passi: andare, vedere e raccontare. Considerando solo il primo punto, ci possiamo rendere conto che sono pochi quelli che veramente “vanno”, ossia si recano nel posto; la maggior parte, oggi, prendono informazioni da altri, da agenzie, da terzi… e questo può comportare alcuni errori, la comparsa di notizie false, ingigantite, distorte.

Sono tanti i valori fondamentali dei mass media, ma tre sono proprio i pilastri che non dovrebbero mai mancare: obiettività, completezza, tempestività.

  • Obiettività significa “L’atteggiamento di chi vede e giudica persone, eventi, circostanze con realismo e imparzialità, ed è quindi esente da pregiudizi e da passioni personali”. Devo commentare o si commenta da sola la definizione e il lavoro di certi giornalisti?
  • Completezza implica il riportare una versione dei fatti che aderisca alla realtà in ogni suo elemento. Tutti i fatti riportati devono essere veri e trasmessi integralmente. Questo concetto, nel campo giornalistico, si chiama anche corrispondenza tra fatto e notizia.
  • Tempestività, perché la notizia deve uscire in tempo utile, nel momento migliore. Ci deve essere una certa rapidità, celerità e puntualità nel dare le notizie. Questo richiede aggiornamento, abilità nel raccogliere le informazioni e nello scriverle rapidamente, volontà di seguire un argomento passo dopo passo…

Visto che potenzialmente chiunque può fare “giornalismo”, tramite il proprio sito o più semplicemente nei social network che rendono la comunicazione più vicina a quella di un tempo, bisogna cercare di orientare il comportamento, insegnare a ricercare le fonti, educare all’analisi critica, alla decodificazione e alla comprensione etica di certe notizie…

Soprattutto… riscoprire e seguire questi tre valori!

domenica 6 marzo 2011

Non dimentichiamo il carnevale


Mancano ancora pochi giorni e il carnevale sarà finito…
Quando penso al carnevale mi viene in mente la gioia, l’allegria, il gioco, lo scherzo… tutti valori che non dobbiamo perdere, ma che dobbiamo vivere costantemente ogni giorno.

Il carnevale dovrebbe essere per tutti un periodo di grande festa, un momento per riscoprire l’amicizia, per ridere e divertirsi, magari prendendosi in giro. Quanto è bello imparare a scherzare su se stessi, non trovi?

“L’allegria è il balsamo della vita”, dice un antico proverbio. Riempiamoci di questo balsamo, perché oltre a far risplendere noi stessi, ci aiuterà a far emergere la luce anche negli altri.

Non solo… l’allegria ci fa essere più belli! È proprio vero che “l’allegria fa bello il viso”, che “niente è più bello di una faccia allegra”. L’allegria è di gran lunga meglio di mille creme e cremine che ti puoi mettere sul viso!

Un giorno senza un sorriso è un giorno perso” Charlie Chaplin.
Molte volte, oggi, si deve avere un grande coraggio per ridere. Provate a pensare a quante risate riuscite a ricordare? Provate, provate… chiudete gli occhi e provate a ripensare alle risate dei vostri amici… vi viene in mente il suono preciso? Avete mai fatto caso che ogni risata è personale? (su questo punto ci ritorneremo in un prossimo post dal titolo: “Una grossa risata”).

Il carnevale è il momento per rendersi conto che non bisogna prendersela per le piccole cose, che molto spesso la vita si deve prendere come un grande gioco, senza far crescere i problemi a dismisura e senza gonfiare le cose negative che possono capitarci.
Sicuramente ci guadagniamo tutti se impariamo a non prendercela troppo.

In realtà il carnevale è qualcosa di molto reale, perché portando con sé quanto detto sopra (e molto di più), ci fa anche ricordare che la sofferenza e il dolore fanno inevitabilmente parte della nostra vita. La stessa etimologia “carne vale”, che significa saluto alla carne, ci ricorda che ci sono momenti difficili e che questi possono aiutarci a crescere.

Quando vedi che ci sono dei problemi, dì a te stesso: “Ecco un altro ostacolo da superare”. Il primo punto infatti è ammettere che i problemi esistono, non nascondere la testa sotto la sabbia come quei simpatici pennuti, chiamati struzzi.

Non fermarti qui (che sarebbe già un gran passo), ma aggiungi: “Posso affrontare questo ostacolo con la paura di non superarlo o con il sorriso e l’ottimismo: oggi ho deciso di iniziare con un bel sorriso!”.

Forse ti sembrerà un atteggiamento utopistico… non ti chiedo di volare tra le nuvole, ma semplicemente di vedere le cose così come stanno, con semplicità e realtà. Rendersi conto ed ammettere che ci sono e ci saranno sempre delle difficoltà e dei problemi, piccoli e grandi che siano, è indubbiamente realista.

Prova ad avere questo atteggiamento, a non dimenticarti il significato del carnevale e i valori che racchiude. Con un po’ di pratica le tue giornate diventeranno più gioiose. Ti assicuro che ben presto ti divertirai molto di più.

(Visto che ho sfiorato l’argomento… ben presto ci sarà un post su “Come affrontare e superare le paure”… non perderlo!).

giovedì 3 marzo 2011

Giovani che difendono la vita

“Secondo la logopedia, la vita ha un senso - per ogni singolo uomo! E conserva questo suo senso letteralmente fino all'ultimo respiro.” Così parlava anni fa lo psichiatra Viktor Frankl, grande scienziato e padre della Logopedia.
“Ogni vita è unica ed irripetibile, e ha un suo proprio, unico e irripetibile significato.”
Non sempre questo viene riconosciuto e molte volte ci si deve battere fortemente per far trionfare la verità del valore della vita. Domenica scorsa (27 febbraio 2011) ci siamo battuti per far emergere chiaramente quanto sia importante la vita fin dal suo inizio, dal concepimento.
Offrire a tanti giovani e a tante persone (più di 400) un convegno sul valore della vita, con giornalisti ed esperti di grande livello, grandi comunicatori, studiosi che vivono e lottano ogni giorno per la ricerca della verità, è stata la vittoria più grande!
Francesco Agnoli, giornalista e scrittore, è stato un moderatore abile e qualificato, che ha saputo amalgamare con stile i vari interventi della giornata, partendo dalla spiegazione di un termine fondamentale. Origine…
G.K.Chesterton diceva che "l'uomo vede meglio le cose quando ne indaga accuratamente l'origine, che è la parte più importante di esse". L’origine della vita, di ognuno di noi, è veramente qualcosa di meraviglioso, di perfetto, di misterioso e la prima conferenza, del ginecologo Bruno Mozzanega, sugli aspetti biologici della fecondazione e dell’inizio vita, ci ha fatto capire con chiarezza tutto questo.
Interessantissima è stata la relazione successiva della psicoterapeuta Cinzia Baccaglini, sugli aspetti psicologici della vita interrotta: le conseguenze dell’aborto. Oggi troppo spesso questa tematica viene nascosta, troppe poche volte si parla di sindrome post-aborto, dimenticando le drammatiche conseguenze che si ripercuotono nella donna che ricorre all’aborto (90% di queste donne soffre di danni psichici, il 60% è soggetto a idee di suicidio…).
Il pomeriggio sì è aperto con un bellissimo intervento di Mario Palmaro, filosofo del diritto e scrittore, che ha sviluppato, in una conferenza brillante ed entusiasmante, gli aspetti giuridico-filosofici della vita nascente, introducendo il successivo dibattito dal titolo “La trappola del pensiero unico”.
La nostra presenza, come giovani di Gente Nuova, ha evidenziato come queste tematiche interessino i ragazzi. C’è davvero una grande urgenza di affrontare certi argomenti con chiarezza, di rispondere alle domande della gente. C’è bisogno soprattutto di far vedere che c’è ancora tanta gente, tanti giovani, che credono nella vita e la vogliono difendere con passione e senza riserve, dal suo inizio fino al suo termine naturale.
Ci siamo impegnati in prima persona per questo, abbiamo messo le nostre facce… e questa volta lo possiamo dire davvero! Guardate un po’ qui.


“Non si può insegnare un significato, si può solo vivere un significato che sia di esempio agli altri. Non è questione di insegnare, ma di vivere!”
Speriamo che il nostro esempio sia di grande significato…
Tu come risponderesti alla domanda del video?