lunedì 7 novembre 2011

Vincere l'indifferenza

"Sono molte le atrocità nel mondo e moltissimi i pericoli: ma di una cosa sono certo: il male peggiore è l'indifferenza". Sono le parole di Elie Wiesel, scrittore rumeno, sopravvissuto all'Olocausto e premio Nobel per la pace nel 1986. Un uomo che di azioni terribili ne ha viste, che ha subito direttamente e sperimentato fino a dove si può spingere la cattiveria dell'uomo... un uomo che davanti ad azioni crudeli e spietate, afferma che il male peggiore è l'indifferenza, non può che far pensare...

L'indifferenza opera potentemente nella storia, non è qualcosa di neutro come spesso si pensa. L'indifferenza ha una forza così distruttiva che non può lasciare indifferenti. Distrugge l'umanità, disintegra la persona da dentro, radicandosi in essa, per poi riflettersi nell'intera società, nelle persone che ci circondano. Per questo il drammaturgo irlandese George Bernard Shaw diceva che "Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: questa è l'essenza della disumanità".

Perché l'indifferenza è così tremenda e drammatica? Fin dal suo significato si palesa chiaramente la gravità che l'indifferenza stessa porta con sé. Per prima cosa ci possiamo riferire all'indifferente come a colui che non sa dividere: saper dividere, frammentare, scomporre in pezzi è l'operazione fondamentale per riconoscere i problemi e per poterli risolverli o almeno proporre una soluzione. Chi non sa dividere, l'indifferente, infatti, non è chi non vede i problemi, ma chi ne viene sommerso, chi sprofonda in essi, perché non è capace di vederne una soluzione, non sapendo dividere, non può intravedere alcuna speranza.

Sempre l'etimologia del termine ci dice che l'indifferente è chi non sa distribuire. Incredibile come questo significato riporta subito al senso di giustizia. Come già accennato qui, la giustizia segue un primario atto di attribuzione, ossia un riconoscimento dell'uomo di ciò che spetta a se stesso e all'altro, a prescindere da una legge positiva scritta, ma semplicemente per quella capacità dell'uomo di riconoscere un IO e un TU.

Il vero problema è che chi non riesce a riconoscere un TU, chi per esempio non riconosce come TU una persona con un problema fisico, con una malformazione, un bimbo appena nato e gravemente malato o, perfino, un bimbo che deve ancora nascere, non potrà veramente riconoscere e conoscere se stesso. C'è sempre bisogno di un TU per poter dire IO. Oggi, purtroppo, si sta estendendo sempre più questo non-TU e sempre più persone non vengono riconosciute come tali. Dall'altra parte, si da del TU a cose e ad animali e questo ci fa diventare ancora più indifferenti...

L'indifferente riduce a nulla l'altro, non riconosce la persona in quanto tale, non potrà mai essere nella giustizia perché non riesce a vedere l'altro. Ritornando all'inizio del post e ricordando l'Olocausto abbiamo ben chiaro a cosa possa portare il ridurre l'altro a nulla. Significa rubargli tutto, uccidere e, soprattutto, lasciar uccidere e lasciar morire...

Sembra quasi impossibile, ma ciò che stiamo sperimentando oggi è un'indifferenza così estrema che arriva a superare perfino l'amore per se stessi. C'è infatti chi diventa perfino indifferente di fronte alla propria immagine. Non si riconosce più, non ha la capacità di dividere e riconoscere le proprie qualità, non riesce a vedere in se stesso qualcosa di buono, non riesce ad attribuirsi nemmeno una qualità positiva. C'è chi diventa così indifferente alla propria immagine che nemmeno davanti ad uno specchio può riconoscersi grasso o magro. L'indifferenza verso la propria immagine è l'arma più letale che possa esistere, perché significa decide di uccidersi; nessuno fa qualcosa contro di te, ma sei tu stesso che metti a rischio la tua vita nella piena indifferenza.

Nessuno può accontentarsi di essere un semplice spettatore della propria vita. Dobbiamo imparare a vedere e riconoscere la realtà, bisogna essere in grado di dividerla e trovare le giuste soluzioni, solo così possiamo essere davvero in grado di distribuire ad ognuno il suo, a cominciare da noi stessi.

Come si può combattere l'indifferenza? Ci sono tantissimi modi, proprio perché tutte quelle azioni rivolte verso qualcosa di buono, rivolte a fare il bene, dirette a qualcosa di positivo sono molteplici e sono tutti ottimi sistemi per vincere e combattere questo terribile male della nostra società.

Alcune forme per vincere l'indifferenza possono essere:

ATTENZIONE: è sicuramente un primo metodo che possiamo applicare per essere sicuri di non cadere mai nell'indifferenza. Essere attenti, non ha solo il significato di concentrazione, ma indica quella persona capace di accorgersi delle necessità degli altri, colui che riconosce le proprie necessità, che sa prestare appunto attenzione ai proprio bisogni e a quelli di chi lo circonda.

SIMPATIA: non è semplicemente qualcosa che ha a che fare con un bel sorriso e qualche battuta spiritosa. Caratterizza, infatti, la persona che è attratta dalla conoscenza, dal sapere, che vuole veramente conoscere la verità e lotta giorno dopo giorno per potersi avvicinare al vero. Non rappresenta chi si ritiene arrivato, superiore agli altri, ma colui che sa di essere una persona speciale, che conosce il valore della vita e l'unicità di ogni singola persona e per questo riesce a entrare in comunicazione con gli altri. Riesce a provare quella "simpatia", quella "tensione emotiva verso..." che la tiene sempre lontana dal distacco vero e proprio, ma costantemente vicina agli altri. È sempre coinvolto dagli altri e dalla vita e per questo viene detta "una persona simpatica".

RACCONTO: ti sembrerà strano, ma un ottimo esercizio per combattere l'indifferenza è provare a raccontare qualcosa. L'indifferente non sa raccontare, perché non si accorge, non vede. Per poter raccontare, invece, bisogna sciacquarsi un bel po' gli occhi, utilizzare un collirio illuminante, che ci permetta di vedere i diversi colori della realtà, le più sottili sfumature. Chi sa raccontare, non è mai indifferente. Il racconto ha però una caratteristica: è spontaneo, non è una storia preparata, ma è un'affascinante rappresentazione della vita, delle sue molteplici sfaccettature, di un singolo elemento od oggetto che viene reso così speciale solo da chi veramente ne sa vedere, apprezzare e descrivere i dettagli.

MATEMATICA: proprio perché devi imparare a dividere, a risolvere, a capire diverse strade e percorsi che ti fanno intuire che c'è sempre una soluzione e quindi una speranza.

VALORI: chi vive nell'indifferenza non sa riconoscere i valori, non sa distinguerli uno dall'altro, non sa decidere una vera gerarchia, vive nell'eterna confusione di quale possa essere il valore più importante e così non sa mai dove indirizzare la propria vita. L'uomo che vive senza i valori su cui si fonda il proprio essere, sarà sempre in balia del drammatico vento dell'indifferenza, vivrà come colui che non guarda il mondo pur avendo gli occhi aperti. 

Riscoprire i valori e saperli vivere è il modo più bello di combattere efficacemente l'indifferenza!

1 commento :

  1. oggi lidia è entrata nella 13 settimana ha compiuto 36 anni ed ha perso la bimba non c'e stato nessuno che lo sapeva che ha me che sono il marito mi avesse dato un abbraccio pieno di solidarietà solamente ora che ci penso la pedagogista che si trovava in pediatria per una nascita di un suo parente mi ha tirato su un po' il morale rientrato nella famiglia di lidia mi hanno detto bravo perchè le ho comprato un telefonino ma nulla per sollevare il morale.

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